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al testo di Carlo Ricci
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Queste strade ci hanno consumato le suole tra i rivoli delle pedonali in quell'antico profumo di basalto qualcuno sbuca dai tombini e ci rammenda le facce, ci dice che sta lì solo per caso a osservare il paesaggio di sguardi che non si aprono. Ciascuno porta dietro soltanto il suo allontanarsi, è un sabato qualsiasi l'eco che ci porta uscendo dai muri dove le sillabe alloggiano mute.
L'abbiamo attraversata tutta, per spigoli per squadri ci hanno detto i numeri degli anni che si compiono a staffilate oppure arrancando. Ecco come ci porge i volti come strati di luce e ci siamo stati a mozzafiato nel conto dei metri misurati con l'impazienza che ferisce. Perdurare ci fa terrestri in questo girovagare con il volto solcato dentro i fascicoli di ogni isolato. Dai vicoli poi per finire impaginati. Una carta. Una carta color opaco quello che ci resta.
Questa città potrebbe anche esserci clemente abbiamo seguito le sue indicazioni, i suoi consigli pubblicitari a carponi andando per i cunicoli poi in cima alle rocche come tante gocce che innervano le svolte al sedimento. Forse ci potrebbe anche sorridere questo luogo percorso migliaia di volte. |
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